Il mio primo viaggio post lockdown?
A Roma.
Lo so, ad alcuni potrebbe suonare strano (“questa ha detto che se ne partiva alla scoperta dell’Italia e va semplicemente a Roma?!?”), ma è stato davvero così, un vero e proprio viaggio.
Nonostante io a Roma ci abbia trascorso centinaia di weekend, nonostante a Roma ci siano la maggior parte dei miei più cari amici, nonostante Roma sia la mia città preferita per correre e l’abbia percorsa in lungo e in largo macinando chilometri su chilometri (e perdendo polmoni su polmoni), nonostante io vi avessi già scritto i miei vari food tips romani qui e qui e pensassi non ci fossero più segreti per me su questo fronte, nonostante a Roma ci fossi venuta già da piccola con tutta l’allegra famiglia e fossi convinta di aver già visto tutto quello che di solito si propina al classico turista americano sulle tracce degli antichi Romani.
Ecco, proprio per questi motivi, la mia intenzione iniziale era quella di affittare in bnb di un’amica e trascorrere qualche giorno lavorando da casa, per poi rivedere la sera tutti quegli amici ormai diventati volti su Zoom e Facetime negli ultimi mesi.
Niente di più, un planning davvero poco ambizioso.
E invece ancora una volta ho dovuto ricredermi.
Perché i miei tre giorni romani partiti così in sordina sono stati invece una scoperta continua.
Le migliori ve le racconto qui sotto.
COSA FARE
Partiamo subito con il dire che trovare Roma senza turisti è una cosa che mai avrei pensato possibile. Triste, sicuramente, da un lato, per la botta al settore del turismo che sicuramente ciò rappresenta, meraviglioso però per chi, come me, ha avuto la fortuna di poterla visitare in queste condizioni.
Un pomeriggio a San Pietro, salire sul cupolone senza nessuna, ma proprio nessuna, coda, aggirarsi tra statue e mosaici senza incontrare nessuno, ma proprio nessuno, e concludere con quella che praticamente si potrebbe definire una visita privata della chiesa più famosa al mondo. Ecco com’è che la mia ennesima trasferta romana ha iniziato a trasformarsi un una bellissima gita turistica.
[per la cronaca, sul cupolone, sì, ci ero già stata a 8 anni, ma di quella prima salita ricordavo solo un triliardo di scalini claustrofobici, con annesso triliardo di persone, poi stipate in cima per cercare di sbirciare dalle grate uno scampolo di vista sulla città. Bel ricordo, ma non bellissimo.)
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E poi un altro pomeriggio a passeggio per un Castel Sant’Angelo totalmente deserto, quasi come se stessi spostandomi tra le stanze di casa mia. Con la piccola differenza che, invece che dare sul cemento armato, dalle finestre gli scorci spaziavano da San Pietro all’Altare della Patria al Tevere. Che poi ogni volta che qualcuno mi chiede cosa io ami di più di Roma la risposta è sempre, senza alcuna esitazione, “Castel Sant’Angelo”. Peccato non ci fossi mai entrata. E non sapessi nemmeno che si chiama così perché è qui, che. secondo una leggenda medievale, l’Arcangelo Michele fece la sua comparsa a Gregorio Magno per annunciare la fine di una pestilenza. O che in origine fosse stato eretto da Adriano come mausoleo (e infatti e anche noto come Mole Adriana). Sempre per restare sul tema che ogni singolo giorno è buono per imparare qualcosa di nuovo. 😉
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Ma è stato il terzo pomeriggio romano quello più inaspettato. E sorprendente.
Partire in sella a due bici scassate, con amica romana doc, e passare cinque ore a pedalare attraversando secoli di storia.
L’Appia Antica, partendo dalla Chiesa di San Sebastiano, passando per la Tomba di Cecili Metella, fermandoci per una merenda al Caffè Appia Antica, e poi avanti, senza sosta. Catacombe ancora chiuse causa Covid (ma consiglio di controllare online se la situazione non si sia modificata nel frattempo), ma la parte all’aperto merita in ogni caso un tour.
E poi il Parco della Caffarella, con i greggi di pecore (sorvolando sul fatto che siamo riuscite a farle scappare al galoppo solo avvicinandoci, ma questa è un’altra storia) e l’azienda agricola dove dar da mangiare a lama e alpaka e riuscire a farsi aprire il cancello dal fattore pronto a raccontarci la sua storia mentre camminavamo tra oche, faraone, pony, caprette e struzzi (di solito organizza attività didattiche per bambini e scolaresche, ma vi consiglio di passarci in ogni caso, secondo me potrebbe aprire il cancello anche a voi;-) ).
Il tutto in un solo pomeriggio. E praticamente ancora nel centro di Roma. In tempo per riuscire comunque a cambiarsi ed uscire per aperitivo e cena con gli amici. Insomma, nessuna scusa, la pedalata è un must e non esistono scuse per non farla.
[Info di servizio: io la bici l’ho presa gentilmente in prestito dalla mia amica, ma esistono pulmino che portano in zona e noleggio bici in loco, trovate tutto qui]
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DOVE MANGIARE
Anche sul fronte ristorante l’ultima trasferta romana mi ha sorpreso non poco.
Certo, un pranzo da Ginger in pieno centro pedonale è per me sempre un must irrinunciabile, ma ho scoperto anche i piatti super healthy all’aperto da Vivi Bistrot a Villa Pamphili.
Anzi, ora che ci penso nemmeno in questo immenso parco ero mai stata, nonostante sia a solo mezz’oretta a piedi dal Vaticano e nonostante l’avessimo programmato diverse volte; che fosse destino che lo scoprissi proprio ora?! In ogni caso anche qui vale la pena perdersi in una lunga passeggiata fino al laghetto con le tartarughe. E magari ordinare direttamente take away da Vivi tutto il necessario per allestire un vero e proprio pic nic nel verde.
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Per cena due nuove scoperte. Innanzitutto il Wine Bar del Frate, in zona Prati, perfetto sia per un bicchiere di vino con gli amici che per una super cena di catch up con l’amica di sempre. Che tremila brunch su zoom e chiamate in facetime non valgono quanto ore e ore di chiacchiere vis à vis davanti a una tartare di carne gigantesca o una battuta di scampi che ancora ricordiamo. Peccato fossi talmente immersa in chiacchiere da essermi totalmente dimenticata di fare anche una sola foto ai piatti. Ragione in più per andare voi stessi ad assaggiare di persona. 😉
Altra cena niente male da Qvinto. Totalmente ristrutturato (mi dicono, io non ci ero mai stata), ha diversi spazi in stili differenti, dove potersi ritrovare con gli amici rispettando le dovute distanze (che la tematica del distanziamento resta quella più importante di questi tempi e io stessa, se vedo rischi di sedute troppo ravvicinate sono la prima che inizia a panicare e farlo notare non troppo sottilmente). Dai classici tavoli nel dehors di design, dove sedersi a cena, ai corner in giardino per l’aperitivo, ai gusci-dondolo per un drink a due, fino alla “capanne” in giardino, dove potersi isolare in gruppi di massimo quattro persone.
Menzione a parte merita poi il “magic platter” con cui abbiamo concluso la cena. Che lo so che vi convinco di più con l’argomento dessert rispetto ai riferimenti di interior design.
Che poi a parlare di interni non va nemmeno dimenticato Off Living Room, indirizzo must per un aperitivo a Testaccio. Con annesso shopping per la casa nella boutique adiacente.
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DOVE DORMIRE
Facilitatore per le mie nuove scoperte. sia in merito alle attività turistiche che ai ristoranti, è stato anche il bnb scelto per questa trasferta roma. E che vi consiglio assolutamente.
Si chiama “A casa di Serena”, si trova in piena zona Prati, a dieci minuti a piedi dal Vaticano, ha fino a quattro posti letto (camera matrimoniale e divano letto in sala), l’arredo è super moderno, ma con quel tocco di pietre a vista che amo sempre, ed è curatissimo in ogni piccolo particolare. Pensate che Serena, con cui mi era sfuggito di essere intollerante a glutine e lattosio, mi ha fatto trovare tutti i prodotti per colazione apposta per me. E soprattutto – qui mi ha conquistato, lo ammetto – semi da piantare e piccoli taccuini dove scrivere i miei pensieri, invece delle classiche caramelle di benvenuto a cui poi ogni volta cedo e che poi mi restano inevitabilmente sullo stomaco.
Inutile dire che mi sono sentita subito a casa. E che questa nuova casa romana sicuramente la terrò anche per le prossime trasferte.
Ma niente paura, se doveste essere a Roma quando ci sono anch’io, Serena ha anche altri appartamenti tra cui scegliere, sempre nello stesso stile del mio , li trovate tutti qui, qui e qui.
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E niente, grazie Roma per avermi fatto tornare, inaspettatamente, in quella modalità tour de force/scoperte/improvvisazione che per me vuol dire solo una cosa: VIAGGIO. Di nuovo. Finalmente.
Ora temo solo che sarà impossibile fermarmi.
Le prossime saranno tappe per lo più improvvisate, ma quel che è certo è che saranno una dietro l’altra, tanta è la voglia di scoprire tutti gli infiniti angoli di quest’Italia magnifica dove abbiamo la fortuna di abitare.
Che altro dire?
A prestissimo con nuovi consigli dai miei prossimi viaggi italiani. 😉
#estateitaliana
#italiakeepsontravelling