Una meta a solo un’ora di aereo dall’ Italia, con temperature primaverili/estive tutto l’anno e il fascino orientale da Mille e Una Notte.
No, non sto parlando del mio tanto amato Marocco (dove tornerò tra l’altro a brevissimo, spoiler moment). Questa volta sono andata controcorrente. O meglio, ho anticipato quella che non ho dubbi diventerà di nuovo una meta di tendenza nei prossimi anni: Sidi Bou Said.
Non ne avete mai sentito parlare?
Niente paura, ve la racconto qui di seguito, insieme a tutti i miei travel tips per trascorrere un weekend lungo in Tunisia.
COSA FARE
Day 1
Volo di solo un’ora destinazione Tunisi. Preferibilmente senza imbarcare la valigia se non volete incorrere nell’elevata probabilità che Tunisair ve la perda e ricompaia, per grazia divina, solo un giorno e mezzo dopo (ne so giusto qualcosa, eh…e mi sa pure chi ha seguito le mie disavventure live via Ig stories, vero?! 😉
Si cambiano circa 200€ in dinari locali e si prende un taxi (circa 20minuti, se vi chiedono più di 25 dinari sappiate che vi stanno fregando!) destinazione Sidi Bou Said, cittá vecchia.
All’ arrivo ecco un paesino tutto bianco e blu, che quasi quasi sembra di stare in un’isoletta greca più che in Africa.
Qui venivano gli artisti, i vip, gli scrittori, proliferavano le gallerie d’arte e i caffè illustri (lo storico Cafè des Nattes ne è la testimonianza principale).
Ora, dopo gli attentati, il turismo è diminuito, ma resta un indiscutibile fascino decadente ed è davvero meraviglioso camminare per le viuzze del centro storico, ammirare il tramonto dai view point, entrare a curiosare in qualche galleria d’arte.
Day 2
Ci si sveglia con calma, si legge un libro mentre si fa colazione lentamente nel cortile del proprio Dar (l’equivalente tunisino di un Riad marocchino), e poi si continuano i giretti per la cittadina.
Da non perdere la visita alla casa di Azzedine Alaia, con esposizione di alcuni suoi abiti capolavoro, e un pomeriggio rilassante con un pacchetto hammam-gommage-massage a La Villa Bleue. Altamente consigliato concluderlo anche con un aperitivo/the sulla terrazza vista mare di questo boutique hotel: impagabile per ritrovare il buonumore e le positive vibes (che in assenza di valigia potevano essersi assentate temporaneamente).
Day 3
Si negozia con un driver locale per farsi accompagnare tutto il giorno in un tour per i dintorni, si caricano le valigie e si parte, in avanscoperta.
È così che magicamente ci si ritrova a camminare tra le rovine di Cartagine: l’Acropoli, il Teatro Romano, l’Anfiteatro e le Terme Antonine (tutti stop differenti, ma a cui si accede sempre con lo stesso biglietto, pagato con il primo ingresso).
La chiamano “la Venezia dell’Africa”, Bizerte. Un po’ ambizioso, oserei dire. Di Veneziano ha giusto giusto l’acqua. Resta però una meta da considerare per una passeggiata veloce sul porto con pranzo annesso, a base ovviamente di pesce fresco, appena appena pescato. Da mettere in conto che si potrebbe essere forse gli unici occidentali della giornata, quindi meglio stare un po’ sull’attenti, non dare nell’occhio ed evitare di addentrarsi nella Medina, ecco.
Tanto di Medina c’è quella di Tunisi ad attendere a fine giornata. L’ultima tappa del tour è infatti la Capitale, con un meraviglioso soggiorno principesco in uno dei palazzi d’epoca, perfettamente conservato, come il Palais Bayram.
Day 4
Ultima giornata alla scoperta di Tunisi.
Si parte dal Museo del Bardo, antico palazzo reale contenitore di centinaia di meravigliosi mosaici di epoca romana e bizantina. I-M-P-E-R-D-I-B-I-L-E.
Pomeriggio invece a zonzo per la Medina, tra shopping nel souk e pranzo in piccoli Dar suggestivi, come quello del concept store Fondouk El Attarine.
Medina – Tunisi
Attenzione però : la domenica è TUTTO chiuso. Plus: si cammina nelle viuzze fantasma che diventano setting per shooting fotografici indimenticabili. Minus: per mangiare l’unica possibilità è il rooftop con cucina internazionale dell’Hotel Dar El Jed. Bussare al portone giallo e implorare per un chevice di poisson da leccarsi i baffi. Ecco la soluzione. 😉
E poi niente, finisce qui l’itinerario di viaggio, è già ora di ripartire. Ma bastano davvero tre quattro giorni per rigenerarsi quando ci si immerge in una cultura totalmente differente dalla propria. Parola di viaggiatrice partita con occhiaie e ansie lavorative a gogo e rientrata senza più nemmeno una borsa sotto gli occhi e un decimo dei pensieri della partenza.
DOVE MANGIARE
Per quanto riguarda il cibo, partiamo con la premessa che la varietà dell’offerta tunisina non è amplissima. Si va dal cous cous al pesce alla griglia, dal pesce alla griglia al cous cous. Con qualche variazione sul tema. rappresentata da insalatine locali, piatti di frutta mista (con melagrana e datteri indiscutibili protagonisti) e pasticceria tunisina.
Nella semplicità, però, i sapori sono veri, genuini, e le location, anche quelle più decadenti, aggiungono fascino ad ogni pranzo o cena in loco.
Dove prenotare? Ecco i miei consigli.
A Sidi Bou Said i migliori ristoranti per la cena sono Dar Zarrouk e Au Bon Viex Temps. A pranzo invece ci si può fermare da Chargui (spartano, ma molto buono) o al Cafè des Delices, con la sua indimenticabile vista mare.
Anche se qualche tapas o assortiment de fruits sulla terrazza della Villa Bleue resta sempre l’alternativa migliore.
A Bizerte la scelta per il pranzo sul porto è ricaduta sul ristorante Au Vieux Port. Ma parlare di scelta direi che forse è un po’ esagerato. Le altre possibilità erano un baracchino dei gelati, un kebabbaro e il carretto dello zucchero filato azzurro. I calamari e le seppie alla griglia che abbiamo mangiato sedute al nostro tavoli sul molo in ogni caso erano divini e nessuna intossicazione alimentare si è abbattuta in seguito su di noi. 😉
Offerta leggermente più variegata invece nella Medina di Tunisi. Si può optare per una deliziosa cena tunisina da Essaraya o nel cortile interno del ristorante dell’Hotel Dal El Jed. Oppure un menù internazionale, ma decisamente worth it (ordinare il cheviche de poisson per credere!), sul rooftop sempre dello stesso Hotel.
A pranzo vale la pena fermarsi anche a mangiare al ristorante del concept store Fondouk El Attarine. Oppure, se preferite, fare pausa in uno dei caffè locali all’interno del souk. Un thè a la menthe è sempre una buona scelta.
DOVE DORMIRE
Nel capitolo “alloggio” apro una parentesi: a mio parere, quando si è in Paesi così lontani dall’ occidente come la Tunisia, vale la pena assaporare il fascino di sistemazioni locali, purché di livello.
Voto 10 quindi al Palais Bayram, a Tunisi, vecchio palazzo principesco, dove è possibile dormire in suite storiche, decorate di mosaici su ogni superficie, e sentirsi un po’ delle moderne Jasmine per un paio di notti. Svegliarsi al mattino aprendo la porta della propria stanza direttamente su un magico cortile tutto in piastrelle turchesi e blu e fare colazione al sole in terrazza, scegliendo tra un assortimento infinito di croissant, mousse al sesamo, frutta e uova, ha il potere di far iniziare con il sorriso qualsiasi giornata, perfino il lunedì della partenza.
Bello anche l’Hotel Dar el Jed, eh, sicuramente più strutturato e meno a “gestione casalinga”, ma indubbiamente anche meno tipico e particolare.
A Sidi Bou Said la nostra scelta è invece ricaduta su Villa Landalucia, antica residenza nel centro della città vecchia. Pittoresca, sì, forse un po’ troppo però. Interni poco puliti, un copriletto che avrà visto il detersivo all’epoca dei bizantini, colazione miserissima, a base di un uovo sodo a testa e qualche fetta di pane con marmellata in monoporzioni di plastica, senza nemmeno bicchieri per bere l’acqua (comprata la sera prima a un baracchino) o tovagliolini per pulirsi le mani. Alla richiesta di aiutarmi a trovare un driver mi è stato risposto dal gestore della “villa” che non erano al mio servizio, che non lo facevano per soldi e che ero gentilmente pregata di fare le valigie e andarmene. Bene ma non benissimo, direi.
Decisamente meglio un soggiorno a Villa Kanina o alla Villa Bleue o in un altra resistenza tipica, come Dar El Fenn.
Non l’ho provato direttamente, ammetto, ma un servizio migliore di quello di Villa Landalucia ci vuole davvero poco a trovarlo. 😉
Ecco, questi sono in poche parole i miei travel tips per un viaggetto alla scoperta del Nord della Tunisia. Anche se ad avere più giorni (o un altro weekend lungo) mi sembra di aver capito, seguendo le meravigliose foto condivise dalla account Instagram di @Traveltunisia, che anche il centro e il Sud, da Sousse a Kerouan, passando per il deserto e il sito archeologico di Dougga valgano decisamente la pena.
Per ora però mi limito ai consigli sulle mete che ho vissuto in prima persona.
Next step? Scegliete un’amica/fidanzato/parente con cui staccare dalla quotidianità per qualche giorno e prenotate un volo destinazione Tunisi. Bagaglio a mano. Che è meglio. 😉