Avete in mente un viaggio nei Paesi Baschi? Non sapete come organizzarlo al meglio?
Ecco, io ero nelle vostre stesse condizioni. Mi sono affidata a guide, blog di viaggi, perfino un’agenzia di viaggi a suggerire gli hotel migliori.
Ma sono stati più di uno i momenti del viaggio in cui ho pensato “se l’avessi saputo prima, questo l’avrei saltato….qui ci sarei stata di più….”.
Ecco quindi un articolo pensato proprio per chi è in procinto di organizzare un classico roadtrip. Pochi dettagli “turistici” (quelli ci sono in abbondanza sulle guide cartacee e sui siti dedicati) e tanti consigli all’insegna del “cosa avrei voluto sapere io prima di partire”. Perchè alcuni punti, lo scoprirete presto, non erano per nulla scontati.
Curiosi? Leggete qui sotto.
BIARRITZ
Prima tappa: Biarritz.
Innanzi tutto avrei voluto sapere che è più rapido il Milano-Parigi-Biarritz rispetto all’opzione Milano-Bordeaux noleggio auto e guida 3h nel traffico.
E poi avrei voluto sapere che Biarritz del fascino d’altri tempi che l’opinione comune è solita associare a questa cittadina ormai conserva ben poco. Prevalgono – eccome, se prevalgono – orde di surfisti giovani, che accalcano le spiaggie e i locali, tutti tanto, troppo turistici.
Scordatevi l’idea di un lettino. Di un po’ di relax. Di un po’ di privacy. Utopie realizzabili solo nella piscina dell’hotel, a patto che si tratti solo a unicamente dello storico Hotel Du Palais.
A me non è andata così di lusso. Pensavo di sì, purtroppo l’Hotel Regina, che sembrava migliore da una pre selezione su web e social, di lussuoso aveva solo il conto finale. Camera minuscola con moquette d’altri tempi e piscina affacciata direttamente sul parcheggio. Bene, ma non benissimo. Unica nota degna di menzione: il bancone della stanza affacciato direttamente sul faro, probabilmente lo scorcio più bello di questa dubbia località di villeggiatura francese.
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Salvo però due indirizzi da provare se proprio proprio vi doveste trovare a Biarritz: una cena alla Petit Plage, e una merenda al Miremont, storico caffè dove un tempo si diceva che “all’ora del tè ci sono al Miremont meno paste che regino e meno babà che granduchi” (cit. Rostand) e dove per un attimo, entrando, si respira ancora quell’allure regale.
E salvo una passeggiata lungo la spiaggia al tramonto. Dove la gente passa in secondo piano e si resta comunque affascinati dallo spettacolo di luci sulle onde dell’oceano.
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PIRENEI FRANCESI
Da Biarritz il viaggio in auto prevedeva anche un daytrip verso i Pirenei francesi e i loro paesini di montagna.
Ecco, non fatevi ingannare dalla guida, una qualsiasi guida: vi diranno che ci sono paesini meravigliosi, affascinanti, pittoreschi. La verità è che se siete abituati a weekend sulle Dolomiti ogni due per tre anche il più sperduto paesino che avete attraversato lungo la strada vi potrebbe sembrare meglio di quelli che andrete a visitare sui Pirenei francesi.
Abbandonate, quindi, l’ansia da “devo farli tutti” e concentratevi su quelli che meritano davvero:
Espelette, patria del peperoncino (da comprare, quello sì, in uno dei tanti negozietti che vendono polvere di peperoncino, gelatina al peperoncino, mostrarda al peperoncino….ci sono campata tutto l’inverno con le scorte fatte lì) e Saint Jean de Port, una delle tappe del Cammino di Santiago.
Gli altri? Talmente memorabili che me ne sono dimenticata..
E in ogni caso non dedicate a questo tour più di una mezza giornata, con andata e ritorno da Biarritz.
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LA COSTA BASCA
Dopo Biarritz il tour in auto è continuato lungo la costa, visitando il paesino di Hondarribia. Particolare, con il viale principale e le casette colorate, i tapas bar e il castello medievale. Vale la pena come sosta per un buon pranzo, ma tutto qui.
Avrei voluto invece includere anche uno stop a Pasasia, al Monastero San Juan de Gaztelugatxe, teatro di Game of Thrones, e alle faglie verticali di Zumaia. Next time o evitabili? Qui aspetto i vostri consigli.
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BILBAO
Stop successivo per la notte: il Tayko Hotel a Bilbao.
Vecchio palazzo nella città vecchia e affacciato sul fiume, recentemente ristrutturato con un design che unisce elementi moderni e dettagli recuperati dalla vecchia struttura, il Tayko non è stato per nulla male. Ne ho amato la camera con vista d’angolo – e singolare letto “tondo” e i due ristoranti annessi, lo stellato Ola e il gastrobar Patri.
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Poi ovviamente una mezza giornata è stata dedicata alla visita del Museo Guggenheim, incluso il pranzo al suo Bistro. Non lo stellato Nerua, di cui mi hanno parlato meravigliosamente, ma anche qui si è mangiato molto bene, perfetto per un pranzo non troppo pesante prima di immergersi nuovamente nell’arte contemporanea.
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Il Guggenheim però fa la sua vera scena quando visto dal fiume. Con i colori della sera che cambiano velocemente al tramonto e si riflettono sulla sua superficie per un effetto che lascia davvero a bocca aperta. E’ per questo che vi consiglio assolutamente un tour con Bilboats: ci si scarica l’audioguida direttamente dal sito sul telefono e poi si trascorre un’oretta navigando sul fiume ascoltando la storia della città e di tutti gli edifici affacciati sulle due sponde.
Allo sbarco basta fare qualche passo per arrivare al ristorante che abbiamo provato, e che consiglio assolutamente, per cena: Bascook.
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Detto questo, Bilbao basta così. Una notte, forse due, e poi meglio spostarsi verso la costa.
SAN SEBASTIAN
E’ stata infatti una vera sopresa quella di San Sebastian.
Anche in questo caso mi sono fatta tradire da preconcetti ingiustificati: l’ho sempre associata a una località di villeggiatura per surfisti inglesi e quindi pensavo fosse una cittadina brutta, malcurata, chiassosa. Invece mi sbagliavo.
Di San Sebastian ho amato prima di tutto Villa Favorita, il nostro boutique hotel affacciato sul mare, con il bow window dei miei sogni in camera, dove consumare la prima colazione in piena privacy, e l’ottimo ristorante stellato Amelia per concludere la serata con la cena perfetta.
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Nel frattempo, intere giornate da dedicare a passeggiate tranquille tra i negozietti del centro o un po’ più lunghe fino al Peine del Vento o al Monte Urgull, una visita al Museo San Telmo e un aperitivo all’Hotel Maria Cristina (altra alternativa validissima per il soggiorno, infatti ripresa anche nell’ultimo film di Woody Allen, Rifkin’s Festival).
E per mangiare? Oltre ai famosi pinxtos (i tapas bar locali), io ho provato, e consiglio assolutamente, Bodegon Alejandro, e l’affascinante storia legata ai particolari quadri sulle sue pareti, ma mi hanno suggerito anche Topa Sukalderia per una proposta che spaziasse un po’ da pixtos e stellati.
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A proposito di stellati, vale la pena menzionare Akelarre, a pochi chilometri dal centro di San Sebastian. Non è solo il ristorante del famoso Pedro Subijana, ma anche un meraviglioso hotel di design a picco sul mare con la sua Spa. Prenotabile per un soggiorno o anche per un semplice pomeriggio di trattamenti. Prima di concedersi una indimenticabile cena stellata con vista mozzafiato.
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Il mio tour Paesi Baschi è andato quindi più o meno così, tra tante scoperte impreviste, alcune in negativo, altre in positivo. Ma che lascio a voi sfruttare a pieno nella vostra programmazione futura.
Intanto vi ricapitolo l’itineraio:
- arrivo a Bordeaux e auto fino a Biarritz
- Tre notti a Biarritz (un giorno visita città e un giorno day trip verso i Pirenei Francesi)
- Costa Basca in auto fino a Bilbao
- Due notti a Bilbao (giornata dedicata a Guggenheim e Bilboats)
- Due notti a San Sebastian (giornata dedicata a passeggiate e musei)
- Rientro su Bordeaux, passando per Archacon
Ma di Bordeaux vi parlo nel prossimo articolo. Perchè lì le scoperte – positive – sono state talmente tante da meritare di essere trattato come un viaggio a sè stante.
A bientot!