Dopo la meravigliosa settimana trascorsa tra Isole e Costiera Amalfitana (qui l’articolo, se ve lo foste perso), ho deciso di continuare la mia scoperta della Campania dedicando al capoluogo partenopeo un viaggio a sé stante: ero stata tantissime volte a Napoli, per lavoro o a trovare amici, ma non avevo mai approfondito davvero la tradizione e la storia della città. Fino a qualche giorno fa.
È stato grazie al soggiorno presso il Decumani Hotel de Charme che ho potuto scoprire la città, e in particolare il centro storico, come se fosse la prima volta. Senza però sentirmi turista alle prime armi, anzi: la sensazione è stata quella di essere a casa, fin dal momento del check-in.
Il Decumani Hotel de Charme è infatti ospitato all’interno del Palazzo Riario Sforza, un palazzo nobiliare del XVIII secolo che fu casa dell’ultimo Arcivescovo di Napoli durante il Regno delle Due Sicilie. Dopo l’Unità d’Italia divenne prima scuola di quartiere e in seguito una delle sedi dell’Università Orientale, è andato poi via via verso il degrado come purtroppo la maggior parte dei palazzi napoletani, nascosti dietro massicci portoni tra le vie del centro storico.
Fortunatamente l’attuale proprietario l’ha “scoperto” nel 2007 ed ha deciso di trasformarlo in un boutique hotel con 39 camere, situate tra il primo e il secondo piano, lungo un corridoio circolare che si affaccia sull’antica corte interna.
Fiore all’occhiello della struttura: sicuramente il lussuoso salone decorato con specchi, stucchi e bassorilievi rivestiti di oro zecchino, un tempo sala da ballo e ora adibito a sala colazioni. Iniziare la giornata qui, con un buffet a base di tutti i piatti tipici della tradizione napoletana, da pastiera, caprese e sfogliatelle a mozzarelle di bufala per gli amanti del risveglio salato, non può che essere il primo passo perfetto in un percorso ideale per immergersi nella tradizione partenopea.
Percorso che poi può continuare a piedi, perché la location del Decumani Hotel de Charme è talmente strategica, in pieno centro storico, che in pochi minuti si raggiungono molte delle principali attrazioni turistiche della città: dal decumano inferiore, più comunemente noto come Spaccanapoli, alla via di San Gregorio Armeno, celebre per gli artigiani e la tradizione presepiale, dagli accessi più noti della Napoli Sotterranea alla Cappella di Sansevero dove è esposto il celebre Cristo Velato. Fino al Duomo di Napoli, con il Museo del Tesoro di San Gennaro.
Io ho avuto la fortuna di poter scoprire tutte queste destinazioni all’interno dell’itinerario personalizzato studiato per noi da Rory Troise, espertissima guida, laureata in storia dell’arte, che ci ha accompagnato per un intero pomeriggio, svelandoci segreti e aneddoti su ogni tappa. Alcuni ve li ho accennati nelle storie live condivise sull’account Instagram di Italia Keeps On Travelling, ma ammetto che ero talmente presa dai suoi racconti da essermi dimenticata per qualche ora della dimensione social. In ogni caso preferisco lasciarvi tutta la dovuta curiosità di sperimentare in prima persona un tour guidato dalle parole di Rory (qui la sua mail).
Vi do solo due spunti, che mi hanno particolarmente colpito, perché si tratta di due “tappe” solitamente non battute dai soliti itinerari turistici:
– “Mission Impossible”, l’opera di Roxy in the Box che ritrae in chiave moderna San Gennaro e Caravaggio in piazza Cardinale Sisto Riario Sforza (sì, quello dell’hotel, nemmeno a farlo apposta!). Una curiosità tra tutte: il “Fate Presto” della copertina de “Il Sole 24 Ore” in verità si ispira al titolo comparso su “Il Mattino” il giorno dopo del terremoto del 1980, ripreso poi anche da Andy Warhol in una sua opera.
– il Chiostro di San Gregorio Armeno, oasi di tranquillità gestita dalle monache proprio appena girato l’angolo dall’omonima via affollata di botteghe e passanti. Una curiosità fra tutte anche in questo caso: è qui che si narra siano nate le prime sfogliatelle, grazie all’arte pasticcera delle monache stesse.
I racconti di Rory sono stati talmente interessanti e “nuovi” per le mie orecchie che molte tappe che avremmo avuto in programma, dal Chiostro di Santa Chiara alla Certosa di San Martino fino alle fermate della metropolitana più suggestive, abbiamo dovuto lasciarle per la prossima volta. Sicurissima che ci sarà questa prossima volta, partendo dalla constatazione che, per citare le mie stesse parole, “non sono mai stata così attenta in età adulta”.
Un racconto di viaggio però non è completo se non si copre anche l’argomento food, lo sapete, soprattutto a Napoli. Il mio consiglio, sempre a pochissime decine di metri dal Decumani Hotel de Charme, è la pizzeria Palazzo Petrucci, con la sua terrazza con vista sulla Guglia di San Domenico, che ci hanno consigliato come una delle pizze migliori di Napoli. Io ho provato la Nerano, con crema di zucchine, e non sono rimasta per nulla deluse.
Non nego che al termine di una giornata così intensa, densa di informazioni apprese, passi percorsi e foto scattate, un po’ di stanchezza si sia fatta sentire. Anche in questo caso il rientro in una struttura accogliente come il Decumani Hotel de Charme ha fatto la differenza nella nostra valutazione complessiva della giornata.
È stato bello “rientrare a casa” e non in un’anonima camera di albergo. Anche perché c’è da aggiungere che al Decumani la dimensione “palazzo” prevarica su quella “hotel” non solo nella sala colazioni e nelle stanze, ma anche negli spazi comuni. Dalla hall situata al primo piano alle sale lettura nascoste tra un corridoio e l’altro, divani, luci soffuse, libri di fotografie, stampe storiche alle pareti e molti altri dettagli ricercati contribuiscono a creare un ambiente intimo e accogliente, come se ci si trovasse davvero a concludere la giornata sfogliando una lettura rilassante nel salotto di casa propria.
La curiosità in più che ho imparato chiacchierando con Edoardo Fusella, figlio del proprietario e attuale direttore del palazzo: tutto lo staff, all’incirca venti dipendenti, è composto da persone che sono state scelte anche se non esperte del mestiere, proprio per dar loro l’opportunità di imparare un nuovo lavoro e contribuire al rilancio del quartiere e della città in generale.
Posso dire di aver trovato sicuramente un altro esempio di struttura dove è la dimensione umana a fare la differenza, facendomi venire fin da subito voglia di raccontarvene e tornarci io stessa. Pienamente linea con il dna del progetto Italia Keeps On Travelling.
Intanto non posso che consigliarvi di seguire i miei spunti per assaporare Napoli come se fosse la prima volta e nel frattempo mi preparo già per la prossima meta che, teasing, sarà ancora in Campania.
#italiakeepsontravelling