Travel tips – Patmos – Greece

Eccomi di nuovo su Patmos. Dopo le prime anticipazioni fotografiche dell’ultimo post, sono pronta a  raccontarvi le mie impressioni sull’isola e lasciarvi un po’ di travel tips.

Lo so che siamo già in dirittura d’arrivo con quest’estate, ma non è mai troppo presto per iniziare a pensare alla prossima, non trovate? 😉

E allora leggete un po’ qui sotto del mio amore e odio (prima odio, lo riconosco, poi però innamoramento serio, eh sì) per quest’isola.

Benvenuti a Patmos.

 

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Allora, iniziamo col dire che, per una abituata a Formentera da una vita, il primo impatto con l’isola lascia un po’ di sasso. Niente locali per l’aperitivo e tramonti scanditi da sapienti colonne sonore, niente cene gourmet prenotate con giorni di anticipo, niente code in auto nelle ore di punta, niente parcheggi stracolmi e giri a vuoto di ore e ore per parcheggiare.

Patmos è l’isola del relax, dei tempi calmi, delle feste improvvisate in casa, delle cene prenotate all’ultimo. Il che, per una milanese planning addicted come la sottoscritta, è stato vagamente traumatico all’inizio. Al terzo giorno di insofferenza però è scattato qualcosa e sì, ho letteralmente spento il cervello. E mi sono innamorata di ogni singolo angolo di quest’isola.

A partire dalle spiaggie. Una volta che ci si è rassegnati al monopolio dei sassi in spiaggia (che non si infileranno in ogni borsa al pari dei granelli di sabbia, è vero, ma non sono esattamente compatibili con la classica dormita in spiaggia o la passeggiata scalzi sul bagnoasciuga, ecco), sono più di una le mete da provare: dalla classica Petra, attrezzata con lettini e materassini (!!), alla meno bella Lampi, ma che vale comunque la pena per i suoi sassi colorati e soprattutto l’ottimo ristorante sulla spiaggia, da Livadi Geraniou, con la sua taverna di pesce sul mare, alla vicina e decisamente più deserta Panagia Geraniou, dove invece se non ti porti acqua e frutta da casa rischi di collassare disidratato al secondo scoglio. Le mie preferite?  Liginou e Didymes ( meglio note come “le gemelle“) e poi, prima fra tutti Psili Ammos, dove ci si arriva, sì, parcheggiando a Diakofti e con un 30 minuti buoni di scarpinata tra i monti sotto il sole, ma poi a spiaggia (miracolosamente di comodissima sabbia!), la taverna all’ombra degli alberi e il sole che tramonta proprio di fronte a te non hanno prezzo.

 

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Ma Patmos non è solo spiaggie selvaggie. L’isola vanta anche una storia molto interessante, perchè secondo la tradizione è qui che Giovanni Evangelista avrebbe scritto l’Apocalisse, dopo una visione avuta in una caverna, tuttora considerata come uno dei luoghi più importanti dalla Chiesa Ortodossa. Imperdibile allora una visita al Monastero di San Giovanni Teologo, magari accompagnata da una passeggiata mattutina tra i vicoli della Chora (e un po’ di sano shopping isolano, giusto per smorzare i toni un po’ troppo poco “da vacanza” del paragrafo), e alla Caverna dell’Apocalisse.

 

 

Quanto al cibo, ecco, mettetevi l’animo in pace: Patmos non eccelle quanto a cucina gourmet. Souvlaki di pesce spada, feta, polipo, anguria (specifico anguria, perchè qualsiasi altro tipo di frutta è un bene rarissimo, vai tu a capire perchè) e ovviamente yogurt vanno per la maggiore. Buonissimi soprattutto in alcune taverne più “tipiche” come Ktina Petra, con il suo giardinetto estivo poco prima della spiaggia di Petra e ingredienti 100% bio, Flivos, terrazza con vista sulla spiaggia di Grikos, o il Jimmy’s Balcony, su alla Chora, con vista su tutta l’isola dall’alto. Ottimo, quest’ultimo, anche per la colazione (ma vi consiglio di ordinare una delle diverse omelette in menù: anche qui il concetto di “fruit salad” si riduce a una misera fetta d’anguria , decisamente non all’altezza della location). Restano poi anche alcune alternative più “fighettine”, come la classica cena da Benetos (per i Formentera lovers, l’equivalente di un Can Carlos per intenderci), ottimo anche per l’aperitivo, da Tochima, sempre sul mare e sempre valido anche per un semplice cocktail, o da Astovi, locale sopra la piazzetta della Chora dove poi ci si ritrova in ogni caso ogni sera dopo cena.

Sempre in orario aperitivo sono da provare anche la terrazza del Nautilus (ottimo anche per pranzo: anzi, in questo caso agli ospiti è concesso anche l’accesso alla spiaggetta privata nella cala sotto, tip da custodire con cura, eh) o Nikos, sopra “le gemelle”, un baracchino decisamente più “autoctono” ma da dove ci si può godere un ottimo tramonto in compagnia di amici, birra e pesciolini fritti. E, parlando di tramonto, concludo con il “not to miss” assoluto: una gita al calar del sole su fino al minuscolo monastero del Profeta Elia. Una vista da mozzare il fiato su tutta l’isola, il sole che ti cala di fronte, una birretta (rigorosamente portata da casa) e….come si può non innamorarsi di Patmos?

 

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Ecco, questi i miei primi travel tips da Patmos.

Ma la verità è che l’isola da il meglio di sè con le feste in casa organizzate la mattina per la sera, i gruppi di amici appena formatisi modalità villaggio Valtur, gli aperitivi e le cene improvvisati senza dar troppo peso a menù, arredi e recensioni. Che per le degustazioni gourmet e le serate pianificate c’è tutto l’autunno milanese davanti. E ogni tanto un po’ di sano “take it easy” è proprio quello che ci vuole, no?!

Tenetelo presente quando fra qualche mese (o settimana, di già) l’esaurimento nervoso tornerà a fare capolino e inizierete a pensare alla prossima destinazione per cui prenotare un volo.

 

 


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