Tola Rasa ristorante - Padova | Just Me & The Cities

“Cosa fai stasera?”..”Vado a cena a Padova.”

Frammenti di conversazioni più che normali in una giornata di mezza estate nella vita della sottoscritta.

Era ancora fine luglio, infatti, quando ho deciso di sfidare quel bel caldo afoso fiorentino, che ora per fortuna sembra solo un lontano ricordo, correndo in stazione e salendo sul primo treno direzione Veneto; toccata e fuga serale padovana più o meno obbligata (storie di cene di famiglia a cui non si può dire di no…), che però ne è valsa decisamente la pena.

Per la family reunion, certo, ma anche perché si è rivelata l’inaspettata occasione di sperimentare un nuovo locale aperto da pochissimo (e di nuovi locali a Padova non se ne vedono proprio così spesso…non siamo mica a Milano eh…): il ristorante-enoteca-caffè Tola Rasa.

Tola Rasa – Padova

Situato in una palazzina completamente ristrutturata in via Vicenza, al piano terra l’enoteca serve piatti più semplici, ideali per un aperitivo “sostenuto” tra amici o un pranzo veloce di lavoro, mentre al primo piano si trova il ristorante vero e proprio, con arredi più ricercati che riflettono l’offerta gastronomica più insolita.

Lo chef Luca Tomasicchio da infatti libero sfogo a tutta la sua creatività, abbinata all’innegabile abilità acquisita negli anni passati – un curriculum di tutto rispetto, con esperienze di alto livello in Italia, tra Alajmo e Cracco, e all’estero- e il risultato sono piatti davvero innovativi, come la vellutata di zucchine, filetti di sogliola soffiati alle mandorle, pomodori caramellati, il trancio di merluzzo, fave, polvere di caffè, salsa di yogurt profumata alla menta, i bottoni di ricotta e spinaci e nuvola di Grana Padano o il risotto ai calamari e zabaione al nero.

Presentazione e gusto insuperabili.

Lo stesso vale anche per i dolci: tiramisù all’olio extra vergine d’oliva, gelatina di amaretto, crema al mascarpone, semifreddo al pistacchio, fragole allo zenzero e meringa, ananas caramellato con gelato mela verde, sedano e lemongrass tra le proposte più succulente.

Con piatti così elaborati l’atmosfera rischierebbe forse di diventare troppo ingessata, ma a sdrammatizzarla interviene,invece, la cucina totalmente a vista. Chef e sous-chefs si muovono davanti ai commensali, che monitorano la preparazione dei piatti, spiano le ordinazioni degli altri tavoli, assistono a tutte le dinamiche di cucina di solito nascoste al pubblico. E ci si sente subito più rilassati.

Anche perché a dir la verità l’attesa potrebbe essere un po’ lunghetta. Nel nostro caso, per lo meno, è stata eterna: più di un’ora prima di poter addentare il primo appetizer (e sventato per un pelo il pericolo di addentare il mio stesso braccio).

E’ questo però il mio unico appunto negativo al servizio: per il resto camerieri molto preparati e gentili. Attribuiamo il ritardo alla recente, recentissima apertura, va’, e non facciamoci troppo caso.

Anche perché resta in ogni caso il fatto che al primo morso de l’Orto già mi ero dimenticata di qualsiasi lamentela fatta nei minuti precedenti: per un sapore così, fidatevi, si può anche aspettare (per l’aspetto poi lascio parlare le foto qui sotto…).

Ecco, io me ne sono tornata a Firenze all’alba del mattino dopo decisamente soddisfatta e non ve ne ho parlato subito proprio perché volevo che prestaste la massima attenzione a questo nuovo consiglio.

Passato il momento di pensare alle valigie, passate le vacanze a centinaia di anni luce da Padova, ora direi che potete inserire Tola Rasa nella lista dei buoni propositi gastronomici autunnali.

O farne direttamente teatro delle classiche cene del rientro (i tavoli all’aperto nel giardinetto sul retro potrebbero rivelarsi perfetti).

Cosa c’è di meglio che scambiarsi aneddoti estivi tra un Amo del giorno e un semifreddo al pistacchio?