Di anticipazioni fotografiche, tra Instagram e Facebook, ve ne ho già date abbastanza.
Vi ho anche detto che sono effettivamente congelata, al freddo e al GELO.
E ora tocca al vero e proprio itinerario dettagliato del mio viaggio in Israele.
8 giorni da Tel Aviv a Gerusalemme, passando per Cesarea, Haifa,Akko, Roshanikra, Tiberiade, Nazareth, Betlemme,Gerico.
Ecco a voi.
Day 1 – Tel Aviv
Si inizia con la colazione dei sogni al Mendeli Street Hotel. E poi via subito alla scoperta della città.
Il bello di prendere la bici e pedalare sul lungomare, da Gordon Beach al Charles Shore Park, c’è chi corre, c’è chi prende il sole, c’e il sole, il profumo di salsedine, aria di primavera che non si respirava da un po’. Giù fino Jaffa, una passeggiata per la città antica (due foto, niente di entusiasmante) e per il Flea Market (una foto in croce, niente a che vedere con il Marché aux Puces di Paris o il Souk di Marrakech per intenderci…) e poi il pranzo al porto antico. Tanti consigliano il Container, non fidatevi, molto meglio The Old Man and The Sea. Tavolini al sole, a pochi metri da barche, reti e pescatori. Non fai nemmeno in tempo a sederti e sulla tavola compaiono decine di ciotoline con insalatine miste, hummus, pita…la cucina Israeliana già conquista.
Ultima pedalata digestiva al sole e poi su a piedi fino al Bahuaus Center per iniziare il tour con audioguida degli edifici Bahuaus della zona (utile per rinfrescare qualche nozione architettonica, ma non mettete assolutamente in conto le due ore preventivate: ce la si cava rapidi rapidi in mezz’oretta).
E la sera assaporare la cucina di uno dei “celebrity chef” local, Meir Adoni, al Mizlala, branch giovane del vicino Catit. La cucina israeliana continua a non deludere e fa andare a letto più che soddisfatti.
Day 2 – Tel Aviv
Un’intera giornata a piedi, per esplorare la città a pieno. Si parte dal Museum of Art, le sue gallerie di dipinti impressionisti e post-impressionisti (niente di nuovo, per chi non è novizio di mostre e musei d’arte), le esibizioni temporanee (per tutti i “selfie-addicted”imperdibile “My Selfie and I”) e una pausa al Bar Brasserie Pastel.
E poi via, sempre a piedi, passando per l’Helena Rubinstein Pavillon, Habima square, Rotschild Boulevard. Niente di entusiasmante, ad essere sinceri. Vale la pena giusto una passeggiata per il quartiere di Neve Tzedek, un pranzo al sole da Lulu (senza perdersi l’apple crumble!) e un po’ di shopping tra le boutique locali. Meglio ripiegare verso l’hotel, magari un’altra cena “fashion” al Zepra o al Messa, e a letto presto.
Questo di Tel Aviv era solo un “warm-up”, la vera avventura deve ancora iniziare.
Day 3 – Tel Aviv/Cesarea/Haifa/Akko/Rosh Anikra/Tiberiade
Il mattino ha l’oro in bocca. E si parte all’alba con day trip di gruppo organizzato last minute in hotel.
Prima tappa Cesarea, camminando tra le scalinate dal teatro romano con vista mare, alla ricerca di Ponzio Pilato (l’unica prova che sia davvero esistito è la stele ritrovata proprio qui…).
Poi Haifa con i suoi Baha’i Gardens, patrimonio dell’ Unesco, e la vista a 180 gradi sulla baia (che nel frattempo impari che esiste anche il culto Baha’i, sia mai ce ne fossero pochi diffusi in Israele…) e Akko, le Knights’ Halls dell’epoca dei Crociati e l’atmosfera del villaggio medievale che sembra riprendere vita intorno a te.
Tappa finale a Rosh Anikra, le grotte di roccia bianca scavate dal vento, la baia e il check point al confine col Libano.
La giornata finisce a Tiberiade. L’Hotel “storico” Ramonin si rivela più che altro un casermone fatiscente popolato da bus di turisti giapponesi. Amen, ce ne di può fare una ragione. La vista sul Mar di Galilea a colazione ripagherà.
Day 4 – Tiberiade/Nazareth/Gerusalemme
Il risveglio sul Lago di Galilea (di camminate sulle acque ancora non se ne parla però, eh…), una rapida passeggiata per scoprire che non c’è nulla da vedere e via in taxi verso Nazareth. La basilica dell’Annunciazione, dove l’Arcangelo Gabriele dicono diede la lieta notizia alla Vergine, e qualche altro sito segnato sulla guida, ma più caratteristico di tutti è perdersi tra i vicoli per poi sbucare insperatamente vicino alle antiche Terme Romane e scoprire il Rose Mary con i suoi favolosi sandwhich e insalate da divorare al sole.
Fine della gita, due ore di taxi e si arriva a Gerusalemme. E non c’è niente di meglio, per iniziare ad assaporare la magia della città, di una prima cena (con vista) al Notre Dame. Creme brulè alla mela verde inclusa.
Day 5 – Gerusalemme
Si parte presto, molto presto, perché alla spianata delle Moschee di entra dalle 7.30 e alle 10….slam, porte in faccia. Vorrai mica perdertela la Dome of The Rock?! E poi due pregherine al Muro del Pianto (meglio se scritte anche in un biglietto lasciato tra le pietre..sia mai che qualcuno lassù ci ascolti,eh…) e via dentro la Città Vecchia, la Via Dolorosa e la Chiesa del Santo Sepolcro, che tu ci creda o no comunque un gran che di suggestivo ce l’hanno. Un ripassino della storia della città al Museo di Geusalemme nella Cittadella di David, rapida pausa pranzo nel quartiere armeno e ancora il Monte Sion con la Stanza dell’Ultima Cena, la Tomba di David e il sepolcro di Maria, i resti archeogici dell’Antica Cittá di David, il monte degli Ulivi e il Giardino dei Getsemani. Giornatina intensa, molto intensa. Siamo nel 2015, ormai quasi 2016, o nella Bibbia?!
Per tornare al giorno d’oggi serve solo una cena di tutto rispetto sul rooftop del Legacy Hotel (questo giro si scopre l’Halva mousse e il palato si rallegra non poco).
Day 6 – Gerusalemme
E l’anno inizia con un’ardita esperienza sul tram locale, (meglio non fare caso ai ragazzi con mitra e pistole che salgono così come fossero l’equivalente delle nostre sportine della spesa…), fino al capolinea di Mt. Herzl e poi 10 minuti a piedi fini allo Yad Vashem, il memoriale delle vittime dell’Olocausto. Le guide non gli danno l’importanza che merita, sappiatelo. È toccante, non poco, e fa riflettere, non poco. Da ignorare solo le orde di turisti con guida e concentrarsi sulle infinite testimonianze degli orrori del campo di concentramento. La stanza dei Nomi con buco al centro per tutte le vittime rimaste senza nome?! Da lasciare senza parole.
Senza nulla da fare invece il pomeriggio: è venerdì, è Shabbat, i negozi chiudono, i ristoranti, i pochi aperti, servono solo cibo non cotto. L’unica soluzione è rinchiudersi nella Spa dell‘Hotel David Citadel: trattamento al corpo rilassante e detox, sauna, bagno, ore e ore a leggere un libro ( “Sette anni di felicità” di Etgar Keret, lettura israeliana altamente consigliata, prendete nota.). Ci piace questo Shabbat, ci piace.
Day 7 – Betlemme – Gerico
Day trip da Gerusalemme con Viator. Organizzazione perfetta, un modo anche per conoscere nuovi compagni di viaggio. Sul contenuto della visita qualcosa da ridire: Sheperd’s Field a Betlemme è un angolo lastricato con du’ chiesette e ‘na fontanella con statue di pecore. La Church of the Nativity di Betlemme ti porta giusto a soffrire di claustrofobia in una cripta sotterranea in mezzo a una profusione di lanterne, candele e turisti indemoniati. A Gerico più che le palme ti becchi la pioggia e quattro rovine spacciate per resti archeologici di 10.000 anni. Per carità, da vedere (e spuntarli sulla lista dei luoghi da visitare once in a lifetime), ma se mi facevano un finto pascolo con due pecorelle imbalsamate, una stalletta con un presepietto e due palme finte pure queste quasi quasi l’avrei trovato più suggestivo (e almeno due fotine decenti le facevo). Mica tanto esperti di marketing questi Palestinesi, eh.
Day 8 – Gerusalemme
Scoperta dell’ultimo giorno, passeggiando vicini a Damascus Gate e tirando lungo nell’attesa del taxi per l’aereoporto: l’American Colony Hotel. Uno dei Leading Hotels of The World, costruzione medievale, con mattoni a vista e caminetto scoppiettante. Il ristorante Arabesque, la Brasserie a bordo piscina, il Cellar Bar sottoterra. Se non riuscite a dormirci, vi consiglio di sceglierlo almeno per una cena o un caffé. In fondo, un po’ di lusso non guasta mai, ammettiamolo.
E poi non resta altro che salire su un aereo, sperare che non vi perdano la valigia nella coincidenza a Fiumicino (inutile dire che la mia è arrivata con due giorni e mezzo di ritardo….zen, bisogna rimanere sempre zen…) e rientrare a casa. Pronti a pianificare il prossimo viaggio.
Io qualche idea per il 2016 ce l’ho già. E voi?
Intanto su Israele direi che il più è già fatto. 😉
(qualcuno osa obiettare che forse non èil periodo più indicato per andarci?! Io rispondo che ormai il rischio si corre ovunque e vedere in prima persona luoghi così in primo piano ultimamente poi tanto male non è…think about it.)