Buon Natale a tutti!
Riemergo dopo più di un mese di silenzio, perché, tra il nuovo lavoro e il trasloco definitivo a Firenze, il tempo per scrivere è stato davvero inesistente. Non ho perso però la mia indole iperattiva e la mia curiosità per i posticini nuovi: prometto di recuperare e raccontarvi tutte le mie recenti avventure nei post dei prossimi giorni!
Iniziamo però con il passato più prossimo, ovvero il tour de force natalizio che si è appena concluso. Dove avete passato questo Natale? Come lo avete festeggiato?
Il mio, di Natale, dire che è stato all’insegna del last minute è dir poco…abbiamo cambiato idea un centinaio di volte..passando dal Natale tradizionale in montagna, con tanto di lesso e tortellini in brodo, al Natale versione luxury all’ Harry’s Bar a Venezia..a un certo punto è stata considerata anche l’ipotesi Natale altruista e alternativo alla mensa dei poveri.
Idee decisamente poco chiare. Delle quali, peraltro, non se ne è salvata una.
Cosa andiamo a fare in montagna se non c’è nemmeno una pallina di neve ed il paesaggio è più simile a quello di una domenica di fine agosto passata a raccogliere funghi?! E perché andare fino a Venezia in mezzo a banchi di nebbia e con l’umidità gelida che ti entra nelle ossa?! E poi…dar da mangiare alla mensa dei poveri può avere il suo fascino se ti trovi nell’ Upper East Side e sei nel bel messo di una puntata di Gossip Girl dove come minimo stai servendo ai supposti homeless tartine al caviale…ma siamo davvero convinti di voler andare a servire in una mensa italiana?! A Padova?!
Morale della favola: all’alba della sera del 23 dicembre si è deciso di rimanere fedeli alle più banali tradizioni (anche se banalità e tradizione non sono due concetti che ben si addicono alla mia famiglia): pranzo di Natale improvvisato a casa della zia con tutti i parenti (quattro gatti a dir la verità..tra i malati immaginari e quelli che ogni anno partono per mete lontane prima del 25, non siamo mai più di una decina intorno alla stessa tavola) e cena della Vigilia in versione ristretta: io, mamma e fratello arrivato direttamente dal Sudan (sì,diciamo che non abita proprio dietro l’angolo).
Scegliamo Il Caladrino, in provincia di Padova, spin-off meno pretenzioso dell’adiacente e pluristellato Le Calandre. Ci si aspettava una bella cenetta, cibo raffinato e servizio di primo livello.
Ma…devo proprio dirlo a posteriori…che delusione!!!
Al livello della reputazione del locale, già frequentato in passato, è rimasto solo il prezzo. Quasi 100€ a testa per un antipasto di carpaccio di pesce diviso a metà e cento grammi stentati di una banalissima ricciola con contorni all’altezza dell’Autogrill. E nessun dessert, visto che la carta non proponeva nulla di nemmeno lontanamente invitante (il che detto dalla sottoscritta “glucosio-dipendente” la dice molto lunga…). Camerieri che tentano di fare i simpatici con imbarazzanti battute sui soldi (“Posso farle una domanda?” “Certo, può chiedermi tutto, tranne di prestarle denaro”…che siparietto esilarante.) e alla richiesta di una verdura leggera di contorno ti propongono delle patate arrosto (e non so se sia peggio l’assenza di alternative fuori menù o l’ignoranza di uno dei principi base di qualsiasi dieta dal 1700 ad oggi: le patate NON sono una verdura.).
Nessun assaggino nell’attesa degli antipasti (che ormai te lo portano anche al sushi all you can eat sotto casa), con il conto zero tracce di biscottini, cioccolatini, niente di niente, nemmeno un misero Alberello Natalizio della Lindtt.
Senza contare che quelle quattro briciole in croce che abbiamo mangiato ci sono state servite nel giro di nemmeno un’ora e quello che doveva essere l’abbondante Cenone della Vigilia alle undici di sera era già bello che finito, con noi più affamati che mai.
Conclusione della serata? Tutti e tre sul divano, via gli abiti eleganti, fuori coperte e pigiamoni di lana a quadri..pronti a guardare un film natalizio e affondare i cucchiaini nel gelato gusto marrons glacés (grazie al cielo esistono le scorte di Picard in nel congelatore!).
Perché alla fine i grandi cliché natalizi sono sempre quelli che hanno il sapore migliore. Non trovate anche voi?!
Il Calandrino
Via Liguria, 1, 35030 Sarmeola di Rubano, PD
049 630303
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