“O la ami, o la odi.”
Così mi avevano avvertito gli “esperti” quando li avevo informati che quest’estate avrei trascorso una settimana a Pantelleria.
Che dire? Poche ore dopo l’atterraggio già avevo un buon sentore, giorno dopo giorno me ne sono convinta sempre di più e ora, al termine di un’intera settimana sull’isola, non posso che confermarlo: rientro ufficialmente tra quelli che amano Pantelleria.
Come sono stato i miei giorni “panteschi”? E quali sono i miei consigli sull’isola?
Vi racconto tutto qui di seguito.
DOVE DORMIRE
Un ruolo predominante nel rendere magico il mio soggiorno l’ha svolto sicuramente il luogo che ho avuto la fortuna di avere come “casa” nella mia settimana: il Sikelia Luxury Retreat.
Aperto nel 2017 grazie al tanto sapiente quanto accurato lavoro di Giulia Pazienza, ex atleta e manager dell’alta finanza, e della nipote Katherina, il resort è stato ricavato da antiche strutture di dammusi, ampliate e ristrutturate con un’attenzione notevole ai dettagli. Oggi conta venti stanze, ognuna arredata diversamente dalle altre, con opere di design uniche, e tutte curate nei più minimi particolari.
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Un’oasi di relax e tranquillità tale che renderebbe possibile trascorrerci intere giornate senza sentire alcun bisogno di uscire dalla porta dorata che è diventata il tratto distintivo dell’ingresso del resort.
Dalla colazione servita al tavolo, con una scelta di prodotti dolci e salati modulati sulla base delle preferenze (e intolleranze) di ciascun ospite e l’ombra delle palme a proteggere dal primo sole. Al relax sui lettini in piscina o sul terrazzo della propria stanza (la nostra era la Iconic Suite del Vento, con una indimenticabile vista tramonto, perfetta per leggere le ultime pagine di libro nel tardo pomeriggio). Relax che può anche essere ulteriormente favorito da un massaggio nella piccola Spa del resort.
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Fino all’aperitivo davanti al sole che cala sul mare sui tipici tetti a cupola dei dammusi: cuscinoni e coperte, piedi scalzi e uno dei loro signature cocktail accompagnato dal benvenuto dello chef o da un tagliere ricco di stuzzichini tipici (immancabili i cucunci, i frutti del cappero). Per concludere poi in bellezza con una cena nel giardino del ristorante Thema, gustando i piatti dello chef palermitano Andrea Battaglia, rivisitazioni di alcune ricette classiche della cucina siciliana. I miei preferiti? Antipasto di crudi (ognuno abbinato a un olio diverso, delizioso quello al carbone), risotto gambero mandorle e capperi e, dulcis in fundo, cassata accompagnata dall’immancabile passito della tenuta Coste Ghirlanda, sempre della stessa proprietà del resort.
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Ed è proprio a Coste Ghirlanda che consiglio di trascorrere un’altra serata magica: passeggiata tra i vigneti al tramonto, aperitivo comodamente seduti tra i filari a base di prodotti tipici e vini della tenuta, e cena al lume di candela nel cortile del dammuso adiacente, con in sottofondo la musica dal vivo del duo che a volte allieta anche le serate del Sikelia stesso.
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Ciò che ho amato più di tutto del Sikelia è stata però la sensazione del “sentirsi a casa” fin dal primo minuto. Merito sicuramente dello staff, estremamente professionale, ma nel contempo amichevole, sempre pronto a soddisfare le mie richieste, ma anche a scambiare die chiacchiere informali nel momento opportuno.
A loro devo ad esempio l’organizzazione di una giornata speciale, a bordo dell’Esperanza, la barca disponibile solo per gli ospiti del resort, ricavata da un antico peschereccio tunisino rimesso a nuovo. Si naviga intorno all’isola, scoprendone angoli non visibili da terra, come il particolare Faraglione del Fico d’India, si pranza a bordo con piatti preparati apposta dal Sikelia e ci si tuffa con maschera e boccaglio per ammirare i fondali intorno all’isola. Imperdibile.
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E che dire poi della vera regina del Sikelia, ovvero Giulia stessa? Meravigliosa nei suoi caftani, lunghi capelli bianchi e maxi orecchini ogni giorno più invidiabili di quelli del giorno precedente, si aggira per il resort concedendosi il tempo per una chiacchierata con tutti gli ospiti. Impossibile non sentirsi subito a casa con un’accoglienza così.
Il Sikelia è senza dubbio la soluzione ideale per una vacanza in coppia. Se doveste essere in gruppo, invece, potrebbe essere valutabile anche la soluzione di prendere un dammuso in affitto (o comprarlo, magari) e trascorrere lì la propria vacanza in famiglia o con gli amici, concludendo ogni giornata nel modo più classico per i veri “isolani”: una cena in casa o una festa sul tetto.
DOVE MANGIARE
Io però ho continuato la mia scoperta dell’isola provando diversi locali e diverse cucine e a una conclusione indubbia sono giunta presto: a Pantelleria si mangia benissimo.
Oltre ovviamente al Thema del Sikelia e a Coste Ghirlanda, consigliatissimi per cena sono anche:
- Isca, recentissima apertura e staff super giovane, ma eccellente sia nel servizio che nella cucina. Location incantata, in mezzo al “nulla” (a Pantelleria sui lampioni sono stati decisamente parchi e le strade non sono illuminate): proprio quando pensi di esserti inesorabilmente perso, intravedi delle lucine in lontananza e in men che non si dica ti ritrovi in un magico giardino pantesco (si chiamano così i giardini circondati da mura di pietra, originariamente costruiti per proteggere gli alberi di agrumi dai forti venti dell’isola).
- La Nicchia, storico ristorante a Scauri, strategicamente situato “fronte tramonto” e quindi perfetto anche per un aperitivo. La cena è a base di prodotti tipici, sulla terrazza o anche qui in un giardino pantesco nascosto sul tetto. Molti dei condimenti dei piatti si possono anche acquistare nella loro Dispensa Pantesca al piano terra: impossibile andarsene senza almeno un pesto di capperi o una gelatina di passito per riportare alla mente i sapori dell’isola una volta rientrati in città
- Il Principe e il Pirata, magica location sul mare, vicino a Cala Gadir, amata dai frequentatori abituali dell’isola (“re Giorgio” in primis).
- Alta Marea, splendida terrazza sul porticciolo di Scauri dove si cena al lume di candela con in sottofondo il dj set del vicino locale Kaia Kaia, una delle mete “must” per i più giovani per aperitivo e dopo cena
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Per pranzo invece ho provato:
- Trattoria da Pina, delizioso cortiletto vicino al Lago di Venere, con cucina tanto semplice quanto saporita: il mio banalissimo pesce spada alla griglia, probabilmente pescato solo poche ore prima, ancora me lo ricordo con gusto
- Le Cale, vicinissimo all’Arco dell’Elefante, tra Cala Tramontana e Cala Levante. Anche qui piatti di pesce e location con vista, ma, se devo essere onesta, senza infamia e senza lode rispetto agli altri
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Altri ristoranti che non ho sperimentato direttamente, ma di cui mi hanno parlato e che potrebbero meritare un tentativo giusto per farsi un’opinione in prima persona, sono il Rifugio Firiciakki, la Trattoria Runcune, La Vela e I Giardini di Rodo.
Per una colazione o un pranzo al sacco da portarsi al mare mi hanno indicato anche il panificio Marrone a Scauri, con terrazza con vista, e il panificio Terremoto a Kamma.
Ultimo consiglio, quello sull’aperitivo: anche qui in pole position restano il tetto del Sikelia e i vigneti di Costa Ghirlanda, ma vale la pena ricordare anche La Nicchia/Dispensa Pantesca, il Kaia Kaia, il Sesi Venti o una delle cantine che organizzano degustazioni di vini e passiti locali seguite da aperitivo (o cena, o brunch): Cantina Murana. Donna Fugata, Cantina Valenza, solo per citare quelle di cui mi hanno dato pareri più entusiasti (anche qui non ne ho fatto esperienza diretta, a volte troppo incantata dalla lettura sul terrazzo della mia suite al Sikelia per aver voglia di uscire prima di cena).
COSA FARE
Relax, buon cibo, degustazioni, sì. Ma Pantelleria non era mare?
Certo. Ma va anche detto che, essendo un’isola vulcanica, non esistono spiagge. Senza dubbio andare al mare è “scomodo”, su questo siamo tutti d’accordo, perchè molto spesso vuol dire discese a piedi, scogli, pranzo al sacco. Ma ci sono alcune cale che ripagano qualsiasi fatica. Tra tutte: la Balata dei Turchi, il Laghetto delle Ondine, Nikà, Cala Cinque Denti, Cala Cottone, Arco dell’Elefante, Cala Tramontana, Cala Levante, Cala Gadir e Cala Rotonda.
Una soluzione più comoda è sicuramente uscire in barca, vento e mare permettendo. Al Porto di Pantelleria sono in tanti a offrire la possibilità di affittare un gommone o un barchino per la giornata (io un paio di contatti fidati li avevo già recuperati da amici, nel caso foste interessati vi passo il contatto in privato).
Altra soluzione comodissima è una giornata al Lido Shurhuq: a soli quindici minuti d’auto dal Sikelia, è l’unico lido attrezzato dell’isola, con lettini, ombrelloni, amache d’acqua e anche un’area vip con pedana e gazebo separati dal resto della gente. Ottimo anche il ristorante, con piatti di pesce preparati al momento (e una zuppetta di cozze tanto apprezzata da essere diventata il mio pranzo fisso per tre giorni di seguito).
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Poi c’è da dire che, rispetto ad altre isole, anche l’entroterra di Pantelleria è molto sviluppato, e quindi molte sono le attività “di terra”: dai percorsi di trekking nel verde alla visita di siti archeologici, dalle passeggiate a cavallo alle saune naturali nelle grotte di Beniculà.
Imperdibile poi una tappa al Lago di Venere, con le sue acque turchesi in quello che un tempo era il cratere di un vulcano. Qui ci si può stendere con il proprio telo sulle sponde per un paio d’ore di relax prima di un pranzo da Pina oppure bagnarsi nelle acque dolci e godere dei benefici dei fanghi naturali che si trovano in un lato del lago.
E, perchè no, aggiungere anche una visita al Museo del Cappero, per acquisire qualche nozione in più su una delle coltivazioni tipiche dell’isola.
Sullo shopping invece lasciate ogni speranza: a parte cibo, vino e qualche calamita souvenir d’obbligo, non c’è molto altro da comprare sull’isola. Solo alcuni negozietti di abbigliamento e arredamento meritano una visita: Allevolte e Sottovento a Pantelleria centro e il piccolo Casbah a Scauri.
Ma va bene così: per lo shopping c’è tutto l’anno in città, molto meglio godersi l’isola nel suo spirito più tranquillo e selvaggio e staccare completamente dalla quotidianità.
Ultimissimo appunto: avevo sempre erroneamente pensato che fosse complicatissimo raggiungere Pantelleria. Invece non è assolutamente così. Sì, è vero che i voli diretti dalle principali città italiane ci sono solo d’estate e solo in alcuni giorni della settimana, ma è anche vero che tutto l’anno sull’isola ci sono due voli al giorno da Trapani e due da Palermo (e consiglio vivamente quelli rispetto al traghetto, troppo soggetto alla variabilità del meteo e a rischio di cancellazione in caso di mare troppo mosso).
Buono a sapersi perchè ad accompagnarmi, il giorno della partenza, non è stata solo quel po’ di tristezza da inevitabile fine delle vacanze estive, ma anche, e soprattutto. quella sensazione, decisamente più piacevole, che hai quando lasci un posto ma sai che ci tornerai presto.
Nessun addio, solo un arrivederci.
Sperando che nel frattempo anche a voi sia venuta un po’ di voglia di prenotare presto una vacanza pantesca. Ci vediamo lì l’estate prossima a brindare al tramonto sul tetto di un dammuso?
#italiakeepsontravelling