Appunti di viaggio, spunti moda e curiosità varie da Milano, Firenze e le mete di tanti e frequenti viaggi e fughe del weekend. Scoprite con me tutto ciò che queste "cities" hanno da offrire.
Cattivo umore? Giornate NO con la “N” e la “O” entrambe maiuscole?!
La soluzione migliore è sempre una cenetta tranquilla con la propria migliore amica. Ancor meglio se si mangia asiatico. Ancora meglio se si sperimenta un locale nuovo.
Mercoledì scorso lo scenario della mia lunga chiacchierata serale con la mia insostituibile bff è stato l’Artest Café-Thai Snack Bar. Ne avevo sentito parlare da amiche, ne avevo letto una buona recensione su S’Notes e pareri invece divergenti su Trip Advisor, ci ero passata davanti più volte, ma non ero ancora riuscita a sperimentarlo di persona.
Piccolo locale in Moscova, dépendence dell’omonimo negozio di quadri, opere d’arte , oggetti d’arredamento e gioielli di provenienza esotica.
Luci soffuse, salottini, atmosfera vintage e molto intima. Ecco, forse un po’ troppo. Vero, ti senti quasi come se fossi a casa tua, ma più che altro a causa dell’assenza di altri esseri viventi a popolare gli altri tavoli: locale deserto di mercoledì sera. Casualità dettata anche dalla pioggia? Forse sì, forse no. Concedo il beneficio del dubbio. Artest Café – Thai Snack Bar – Milano
Data la mia passione per qualsiasi cibo esotico, il menù non poteva che ispirarmi e farmi venire voglia di provare tutto: zuppe, pad thai, kao pad, insalate, involtini e almeno dieci piatti a base di riso (per chi non lo sapesse, il mio alimento preferito in assoluto – sì, ho gusti un po’ strani, lo so).
La scelta alla fine è ricaduta su popia pak (involtini vegetariani), som tam khung ( insalata con papaya verde e gamberi) e pad thai (con gamberi, pollo e verdure).
Giudizio? Buoni, sì, ma non buonissimi.
E non saprei nemmeno dire esattamente perchè (ci siamo comunque spazzolate tutto in tempo record).
Sarà forse per la sospetta velocità con cui le nostre ordinazioni si sono trasformate in piatti in tavola (che tanto sapevano di portate già preparate e microonde all’opera in cucina). Sarà forse per l’atmosfera che, come ho già detto, era fin troppo intima (per non dire desolante).
Insomma, ne sono uscita sazia, per nulla appesantita, ma il sorriso era dovuto più che altro alla bella chiacchierata appena terminata che a quella sensazione piacevole che di solito accompagna le mie cene o pranzi migliori.
Sarà stata la giornata NO?!
Mi riservo di riprovare il locale a breve, magari in versione giorno, sperando che i tavolini all’aperto e al sole facciano quello che le seggioline di pelle all’interno non sono state in grado di fare.
Una seconda possibiltà non si nega a nessuno, no?!?
