Eccomi qui. A parlarvi subito di Favignana.
Che, se non si era capito dai post e stories su Instagram, mi è piaciuta un bel po’.
Il motivo? Mi basta dirvi che ho trovato Favignana molto simile a Formentera, quella vera, dove torno ormai da diciassette anni (trovate tutto qui se ve la foste persa). E non servirebbe già aggiungere altro. 😉
Ma ve la racconto un po’ meglio qui sotto, insieme a tutti i miei travel tips.
COME ARRIVARCI
Ecco, partiamo subito sfatando un mito: arrivare a Favignana non è per nulla complicato. Basta cercare un volo su Palermo o Trapani e poi contattare Siciltransfer: pensano a tutto loro, pacchetto completo pick up in aeroporto-traghetti-taxi sull’isola fino all’hotel. Andata e ritorno. E via i pensieri fin da subito.
DOVE DORMIRE
Ideale è un hotel vicino al centro, come il Favignana Hotel dove sono stata io. Perfetto per uscire a piedi la sera per cena o al mattino per una seconda colazione (la prima, in hotel, a base di cannoli siciliani freschi freschi, non si può saltare). Posizione ottima, a pochi passi dal centro e dal porto, così come il servizio: dal noleggio bici (mezzo fondamentale per girare l’isola…e farsi un bel po’di sport senza pensarci!) ai massaggi in camera, fino alla prenotazione di escursioni in barca, lo staff del Favignana Hotel non ci ha fatto mancare davvero nulla e sentirsi a casa già dopo poche ore è stato un attimo.
COSA FARE e DOVE MANGIARE
Le giornate a Favignana? Le tipiche, meravigliose, giornate da isola. Con i relativi ritmi lenti, molto lenti.
Abbandonare qualsiasi fretta e ansia al porto: ecco, questa è la prima cosa da fare.
E poi niente, si trascorre il tempo più o me meno così (pregasi notare gli orari blandi, molto blandi):
Mattino:
Seconda colazione in paese, al Bar Mazzini o al Bar Uccio, classici ritrovi di tutti i “local”, o al Monique Concept Bar, più raffinato (stile Cana Pepa a Formentera per chi mi capisce). Preferibile, poi, non perdersi una granita o qualche cannolo o cassatina da portare via alla Pasticceria FC. Io quella al gelso me la sto ancora sognando.
Una mattina che siete particolarmente in forma è anche d’obbligo dedicare un paio d’ore per la visita guidata delle 10.30 alla Tonnara Florio. Bella, lo era già da fuori. Ma dentro si è rivelata una vera meraviglia. E la spiegazione della guida è stata davvero, inaspettatamente, interessante e divertente. Lo sapevate ad esempio che il primo asilo è nato proprio qui, per gestire i figli degli operai? O che sempre qui è nato il sistema di scatolette Simmenthal, a me tanto care?! 😉 E io che non volevo nemmeno andarci. Voto 10+.
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Pranzo/primo pomeriggio:
È ora di prendere le bici e spostarsi verso il mare.
Amanti dell spiaggia di sabbia attrezzata? Andate verso Lido Burrone o, meglio ancora, Punta Lido Burrone.
O, ancora ancora meglio, perdetevi come è successo a noi e andate ancora un po’ più avanti, verso Cala Azzurra, fino a La Costa Beach e Sunset Bar: chiosco nuovissimo curato nei minimi dettagli, con lettini in legno e cuscinoni, tagliate di frutta con ghiaccio e centrifugati preparati al momento e, most important of all, nessuna mosca che fiata. Impagabile.
Altra mete da non perdere sono Cala Rossa e Scalo Cavallo, con le loro meravigliose rocce di tufo (lividi su tutto il corpo assicurati, ma un po’ di wild life qui è un must) e poi tutte le varie calette raggiungibili in bici con una bella pedalata, oltre il tunnel nella montagna: Cala Rotonda con il meraviglioso Pura Vida Sunset Bar e i suoi frozen alla frutta indimenticabili, Marasolo. Cala Grande, Punta Sottile, Punta Puzzo. C’è davvero l’imbarazzo dell scelta.
Alternativa per una giornata ancora migliore delle altre? Un’escursione in barca per vedere tutte queste calette da un’altra prospettiva. E tuffarsi nell’ acqua turchese. E sgranocchiare frutta tra un pisolino e l’altro. E lasciare che il vento della navigazione spazzi via gli ultimi pensieri. Insomma, chiamate Acqua Ri Puzzo al 3200238155 e prenotatevi un barchino, rigorosamente solo per voi. E non ve ne pentirete.
Tardo pomeriggio/tramonto:
Torniamo sulla terraferma.
Da provare, una volta che fa un attimo meno caldo e ci si può avventurare in bici in salita verso la montagna, anche il Kiosko, perfetto per un aperitivo con tapas al tramonto o una colazione a base di frutta fresca e vista mare, e, laggiù in fondo che più in fondo non ce n’è (e i muscoli delle gambe chiedono ormai pieta) il chioschetto A-leva. Da aggiungere alla raccolta “tramonti che meritano”.
Cena:
Dove mangiare alla fine di una giornata così impegnativa, storditi dal sole, dai chilometri in bici, dagli scossoni delle onde in barca?
Si può scegliere tra una cena raffinata, per intenditori, da Francesco al Sottosale, un’atmosfera più conviviale, ideale per un gruppo di amici, alla sorella Osteria del Sottosale oppure…tornare per due sere di seguito da “Quel che c’è c’è” perchè il loro crudo di pesce è talmente buono che ci hai continuato a pensare per tutto il giorno dopo (ma anche la carbonara di mare, la ricciola alla menta e il sorbetto all’arancio non scherzano eh). Secondo voi quale tra queste cene, tutte deliziose, è stata la mia preferita?! 😉
Consigliati, anche se non li ho provati personalmente, anche Pescador, Il Giardino dell’Aegusa, ristorante dell’omonimo hotel, e Formica, degli stessi proprietari di Monique Concept Bar.
Ecco. Questa è stata un po’ la mia Favignana.
Solo tre giorni, ma vissuti davvero intensamente (considerando poi le dieci ore di sonno per notte). Che mi fanno propendere per l’idea che tornerò presto, molto presto.
Intato grazie Favignana per avermi rigenerato in così poco tempo.
Altamente consigliata a tutti gli stressati cronici, pc/smartphone dipendenti come la sottoscritta.;-)